L'INFERNO DI TOPOLINO
Luca Carpani
Dante, con la "Divina Commedia", il suo capolavoro, è considerato il sommo poeta e il padre della lingua italiana. Anche il mondo dei fumetti ha il suo "Dante", solo che si chiama Guido. Guido Martina.
Creatore di personaggi come Pecos Bill e Oklahoma, è celebre soprattutto per il suo ruolo nel mondo dei fumetti Disney: ebbe un ruolo importante nella creazione di Paperinik ed è considerato il padre della cosiddetta scuola Disney italiana, ossia i canoni di produzione che ancora oggi chiunque voglia cimentarsi nella nona arte deve rispettare. Questo è dovuto alla sua formidabile produzione di oltre un migliaio di storie a fumetti(!), tra cui una trentina di Parodie Disney (a cui abbiamo già accennato la scorsa volta, parlando di Dracula) ed è proprio qui che voglio andare a parare.
È infatti Martina a inventare questo genere e, reduce da alcuni anni come professore di lettere, ne scriverà moltissime, come Paperin di Tarascona, Paperopoli liberata, Paperino di Bergerac... ma siccome, com'è noto, il primo successo di un artista è difficilmente eguagliabile dai suoi seguiti, la prima di queste parodie è considerata (a buon titolo) il suo capolavoro, la sua "Divina Commedia"... perché proprio della Commedia si tratta!
Il titolo è "L'Inferno di Topolino", l'anno il 1949, e la storia era soltanto il suo secondo soggetto disneyano!
Nella primissima vignetta si può notare il nome dell'autore, evento per l'epoca più unico che raro (infatti viene citato solo lo sceneggiatore, ma il disegnatore no) e questo già basta a farci intendere la portata di tale opera. Ma non c'è scritto "soggetto" o "storia/sceneggiatura di G. Martina", c'è scritto "Verseggiatura di G. Martina". Sì, perché quel matto, per tutte le 72 tavole che compongono la storia, ha progettato le classiche vignette coi personaggi che parlano attraverso le nuvolette, ma per ciascuna di esse ha aggiunto didascalie scritte in terzine dantesche pressoché perfette... nonché esilaranti.
L'inferno Disney presenta infatti una struttura simile a quella dantesca, con tanto di contrappasso, ma i peccatori sono per lo più Platone, Cicerone e i professori severi "che gli studenti fanno viver grami", ma anche i discoli che marinano la scuola, quelli che suggeriscono dal banco... La storia era infatti destinata ad un pubblico prevalentemente infantile, anche se oggi ci sembrerebbe impensabile far leggere a dei bambini storie così esplicite su fiamme e demoni torturatori. Inoltre la geniale mente dell'autore ha inserito innumerevoli citazioni tratte dall'opera di Dante, nonché la già citata satira che difficilmente i pargoli coglierebbero (per questo oggi è decisamente più apprezzata da un pubblico più maturo).
Io ho avuto la fortuna di trovare una ristampa de "L'Inferno di Topolino" al Lucca Comics di qualche anno fa, e lo volli comprare perchè conoscevo la storia, era un cult, ma mai mi sarei aspettato che fosse così divertente! Nonostante la mole di pagine, è una delle storie che ho riletto più volte in assoluto e non me ne stanco mai. Lo straconsiglio veramente a tutti... ma sappiate che se non avete studiato la Commedia non coglierete la metà delle battute come, per fare un esempio, l'episodio di Conte Ugolino, un arbitro non proprio imparziale che morde furiosamente... un pallone!