martedì 15 giugno 2021

THE END

Recentemente è stato sottoposto a tutti gli studenti dell’Istituto un sondaggio, formato da tre domande, riguardanti le proprie emozioni e i propri sentimenti nei confronti della scuola. Di seguito, i risultati dei sondaggi e le rispettive domande.


1. Come ti sentivi all'inizio di quest'anno scolastico?



2. Come ti senti alla fine di questo anno scolastico?



3. Cosa ha determinato il tuo stato d'animo?

Infine è stato lasciato uno spazio libero per descrivere meglio il proprio stato d'animo.


Una miriade di sentimenti contrastanti sono emersi: tanta sofferenza, fatica, diffidenza nei confronti delle autorità scolastiche, stress, ma anche forza, volontà e voglia di tornare a quella ormai tanto agognata “normalità”.


La frase che meglio può descrivere il sentimento generale di quest’anno è stata:

 “La mia voglia di andare a scuola era pari a quella di non volere andare.”


Noi della redazione di Ti spiEgo vi ringraziamo per averci supportato anche in questo difficile anno scolastico, e anche in questo nuovo formato digitale.


Buona estate a tutti!

Al prossimo anno!!!

LA PAROLA DEL GIORNO

“Sollièvo”

Il sostantivo sollievo deriva dal verbo “sollevare” che, a sua volta, deriva dal latino “sublevare”, formato da da “sub” (=sotto) e “levare” (=alzare o alleviare). Letteralmente il sollievo è quella sensazione di leggerezza che si diffonde nel corpo, dopo la “liberazione” da un peso.
Proviamo “sollièvo” in tante situazioni della nostra vita: il sollievo dell’ombra, quando fuori c’è un sole cocente, il sollievo alla fine di un’interrogazione, in cui eri sicuro che saresti andato male, e invece sapevi rispondere, il sollievo di sapere che una persona a cui volevi bene, e che era in difficoltà, ora sta bene.
E’ particolare il fatto che la sensazione di leggerezza debba essere strettamente legata a una antecedente di pesantezza (o difficoltà). La conferma dell’eterno legame fra dolore-piacere, piacere-dolore.
Riporto di seguito una domanda, tratta dal secondo capitolo de “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Kundera: “Ma davvero la pesantezza è terribile, e la leggerezza è meravigliosa?”.
Nel paragrafo che segue questa domanda Kundera ci propone una nuova “interpretazione” di queste due sensazioni: la pesantezza ha il valore di riportarci ai sentimenti più primitivi e terreni, come quando nella poesia medievale le dame desideravano la pesantezza della passione (“Tanto più pesante è il fardello, tanto più la nostra vita è vicina alla terra, tanto più è reale e autentica”), mentre l’assenza di peso, la leggerezza, ci allontana dalla terra e ci rende al tempo stesso liberi e privi di significato. 
La leggerezza ha bisogno della pesantezza, e viceversa, perché senza l’un l’altra esse diventerebbero le chimere dell’esistenza umana: la pesantezza, il rullo compressore dei sogni, la leggerezza l’oblio. 
Il sollievo è quindi la soluzione, in medias res, che ci apre alla “liberazione” dalla pesantezza, mantenendoci nella realtà, senza sopprimerci, ma rendendoci liberi e non insignificanti.