di Aurora Giuffrè
disegno di Allione Matilde
È il 1976 quando la cantante italiana Ornella Vanoni incide un album insieme al cantautore brasiliano Vinícius de Moraes e il chitarrista Toquinho. Si tratta del disco “La voglia, la pazzia, l’incoscienza, l’allegria”, in cui la malinconia della Bossa si unisce all’espressività della voce di
Vanoni, per dare come risultato un’opera musicale che è un manifesto della Bossa nova in Italia. È un concept album e si presenta come un alternarsi di brani in portoghese rivisitati in italiano, con i testi di Sergio Bardotti - di grandi del genere come Antônio Carlos Jobim - e poesie recitate da De Moraes talvolta accompagnato dalla chitarra. La formazione in studio era ridotta: i cori e l’orchestra sono stati aggiunti successivamente con gli arrangiamenti di Gianfranco Lombardi. Il disco si apre con “Senza Paura” (Sem Medo), sulla vita e sul coraggio da tirar fuori quando la strada si fa buia, fino alla morte. A seguire, “La rosa spogliata” (A rosa desfolhada), e il dolore di un amore finito, le rose, però, continuano con “Samba della rosa” in un duetto tra De Moraes e Vanoni. Poi, un omaggio a Tito Manlio e Salve d’Esposito con “Anema e core”, che si apre con due frasi parlate, spontanee e piene di complicità di Toquinho e Vanoni. Il brano più famoso ed eclatante del disco è, però, “La voglia, la pazzia” (Se ela quisesse), un pezzo vivo, un inno alla vita, un Carpe Diem! “Semaforo rosso” (Sinal fechado), è un vero e proprio dialogo musicato, una cornice in cui due conoscenti tormentati dall’amore si parlano, finché il semaforo non diventa verde…
Tra “L’assente” (O ausente) (Parlato), “L’assente” (O ausente) (Parlato e chitarra), e “Accendi una luna nel cielo” (Acende uma lua no ceo) c’è un filo conduttore, che parte da una poesia recitata, e termina con la musica: i primi due brani non hanno una fine, sono legati al terzo come un solo pezzo. L’album termina con “Samba per Vinicius” (Samba pra Vinicius) scritto da Chico Buarque e Toquinho, e dedicato a Vinicius de Moraes.
“La voglia, la pazzia, l’incoscienza, l’allegria” è un album che è una dolce pioggia estiva, è caldo, vivace, vero, vivo. Una meditazione sulla vita che contiene in sé tutta la poesia della musica, e tutta la musica della poesia.