venerdì 25 febbraio 2022

ARTE IN MOSTRA

 

PITTURA IN PERSONA


di Giada Vigorito

Questo è il nome scelto per la mostra allestita presso il Complesso Monumentale di San Francesco a Cuneo aperta al pubblico dal 7 novembre 2021. 
Le opere di 32 artisti emergenti posti nella navata centrale, nell'abside e nelle cappelle laterali della chiesa francescana cuneese ci riportano con mente e corpo a rivivere l’arte in persona. È proprio questa l’idea iniziale dei collaboratori della fondazione CRC per questo percorso alla riscoperta del piacere di poter camminare tra i vari stand espositivi ed entrare nel vivo dell’opera. 
Per questo progetto infatti, agli artisti non è stato solamente chiesto di esporre i lavori, ma anche di appropriarsi dello spazio circostante con un site-specific, dando all’autore l’idea di essere all’interno del proprio laboratorio e all’osservatore la possibilità di vederne uno scorcio più ampio, uscire dai confini della tela e percepire la connessione creata tra l’ambiente e l’artista stesso.


Le opere esposte sono state scelte dalla collezione che la fondazione CRC ha messo insieme a partire dal 2017 grazie al progetto ColtivArte, creato per valorizzare l’operato di artisti nascenti, dotati di enorme talento, dando anche prestigio a quello che è il nostro territorio e ciò che esso offre.
Molti degli artisti che hanno esposto, infatti, provengono dalle nostre valli, altri invece, dall'estero ma hanno messo radici in Italia negli ultimi anni. Le differenti origini si percepiscono anche all’interno delle opere che raccontano l'uso di tecniche differenti e offrono un vero e proprio viaggio restando tra le mura del museo civico di Cuneo.


Le opere spaziano da grandi tele dipinte con olio a materializzazione di fotografie su grandi pannelli, finendo con opere astratte create con tessuti ed elementi di scarto.
Tra gli artisti: la più giovane, Alice Visentin, è una ragazza del torinese che ha esposto le sue opere create nella cantina che è stata il suo primo studio; Guglielmo Castelli, anch’egli di Torino, che ha condiviso il suo passato studio di scenografia presentandoci un site-specific unico del suo genere; Francis Offman, un ragazzo ruandese che ci ha mostrato tutta la sua impotenza di fronte alla crudeltà umana grazie al caffè unito ai gelsi che gli ricorda tanto casa; Alex Cecchetti che ha voluto portare con lui le piante del suo giardino che non erano state invitate; Paolo Turco che, con infinita pazienza, ha riempito centinaia di fialette per comporre un paesaggio e che speriamo ritorni, un giorno, ad insegnare da noi; Giuliana Rosso, che ha come obiettivo quello di offrire nuove possibilità di percezione di noi stessi e della realtà.


L’ingresso alla mostra è gratuito. L'accesso al pubblico sarà garantito fino al 6 marzo 2022, dal martedì al sabato, dalle 15.30 alle 18.30, la domenica dalle 10.30 alle 18.30. Vorrei inoltre ricordare che per poter entrare sarà necessario esibire il green pass rafforzato per assicurare la sicurezza generale e sperare che si ritorni alla normalità il più presto possibile.




giovedì 24 febbraio 2022

LA PAROLA DESUETA

 LAPALISSIANO

di Anastasia Arese


"Ovvio, evidente, detto di una verità o di un fatto talmente manifesti e naturali che sarebbe ridicolo enunciarli” - Enciclopedia Treccani.

Il termine “lapalissiano” si origina dalla figura di Jacques II de Chabannes de La Palice (1470-1525) il quale fu un militare e maresciallo, nato nella città francese di La Palice e morto dopo aver combattuto durante la Battaglia di Pavia del 1525 (battaglia tra lesercito di Francesco I e quello di Carlo V dAsburgo).
Ma cosa possono avere in comune un militare francese e una tautologia?
Alla morte di La Palice, i suoi soldati gli dedicarono un epitaffio che recitava:
Qui giace il signore de La Palice. Se non fosse morto, farebbe ancora invidia”. (Ci-gît Monsieur de La Palice. Si il n'était pas mort, il ferait encore envie).
Sappiamo tutti che, come la matematica afferma, cambiando la posizione degli addendi il risultato non cambia, giusto?
Questa volta no.
Col passare del tempo alcuni errori di lettura, dovuti alla calligrafia utilizzata per l’epitaffio, la frase originaria venne plasmata e cambiò completamente il suo significato. “Envie” (invidia) divenne “En vie” (in vita) e la “f” di “ferait" (farebbe) fu scambiata con una “s” trasformando la parola in “Serait” (sarebbe”).
Il risultato?
“Si il n'était pas mort, il serait encore en vie”: "Se non fosse morto, sarebbe ancora in vita" .
Una frase lapalissiana, appunto, talmente ovvia da risultare ridicola.
Il termine verrà coniato più tardi, nel XIX secolo.
Al maresciallo, ormai diventato la personificazione dell’ ”ovvietà banale”, senza aver contribuito alla creazione di questo ruolo, in vita, venne dedicata una “canzone” dal poeta Bernard de la Monnoye: strofe dal contenuto banale e ovvio, proprio come la dedica dei soldati al loro generale. La poesia fu la definitiva consacrazione del personaggio di Jaques La Palice come il “signore Lapalissiano”.




OCCUPAZIONE DELLE SCUOLE A TORINO

PROTESTE CONTRO PCTO E SECONDA PROVA SCRITTA DI MATURITÀ

di Chiara Messi

Da un po’ di tempo sentiamo parlare di occupazioni di scuole e proteste contro i cosiddetti PCTO, ma da dove è partito tutto ciò? Andiamo con ordine.
Innanzitutto, per chi non lo sapesse, PCTO è l’acronimo di Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento, ossia l’ex alternanza scuola-lavoro introdotta dalla “Buona Scuola” di Renzi. Proprio durante uno stage di questo tipo, un mese fa, è tragicamente morto uno studente di Udine di diciotto anni. Ovviamente questo ha scatenato rabbia e tensioni tra gli studenti, che hanno iniziato a richiedere maggiori diritti e tutele durante lo svolgimento delle ore di alternanza scuola-lavoro. Questo però non è bastato a prevenire un altro incidente finito in tragedia, accaduto lunedì 14 febbraio ad uno studente di soli sedici anni durante uno stage curricolare di termoidraulica. Da allora sono state occupate circa 45 scuole a Torino come tentativo da parte degli studenti di farsi ascoltare.

Un’altra tematica di cui si parla molto è la seconda prova scritta di maturità. Secondo gli studenti, il ritorno allo scritto, soprattutto in questo particolare momento storico durante il quale le lezioni si sono tenute a distanza per due anni, rischia di diventare un danno.
Perciò è stata organizzata una manifestazione ufficiale venerdì scorso, 18 febbraio, finita con sette esponenti delle forze dell’ordine, sei carabinieri e un poliziotto, feriti. Migliaia di studenti si erano ritrovati in piazza XVIII Dicembre a Torino per manifestare contro l’alternanza scuola-lavoro e la riforma della maturità. Raggiunta la sede dell’Unione Industriale di via Fanti, un gruppo di giovani ha aggredito le forze dell’ordine utilizzando bastoni e aste di bandiere; prima di ciò la manifestazione si era svolta in modo abbastanza tranquillo.


Il fatto che nel 2022 si debba ancora manifestare per essere tutelati sul luogo di lavoro e non solo, ci fa capire che purtroppo la strada da percorrere per arrivare ad un mondo effettivamente migliore è ancora lunga. Si è davvero fatto il possibile per evitare la morte di questi due ragazzi? Ma soprattutto, si sta facendo di tutto per evitare che queste tragedie si ripetano? Vorrei poter dire di sì, ma ho paura che sarebbe solo una bugia.