lunedì 13 marzo 2023

SvelARTI

di Elisa Capetta



Donna, vita, libertà.

Queste le parole che riassumono il tema della mostra Svelarti, allestita a Palazzo Santa Croce.
L’inaugurazione ha avuto luogo al municipio di Cuneo sabato 4 marzo, ma la preparazione procedeva da mesi. 
Protagonisti del progetto gli studenti della classe 5F/L del Liceo Artistico guidati dalle professoresse Giorgia Dalmasso, Cristina Saimandi e Carole Peia, le classi del terzo anno ed il METS del Conservatorio Ghedini. 

La quinta del Liceo si è occupata della realizzazione delle opere d’arte dopo aver assistito ad alcuni incontri con il professor Gigi Garelli dell'Istituto Storico della Resistenza, l’antropologa Giulia Marro e il rapper iraniano Afshin. Ognuno di loro ha provveduto ad informare e a sensibilizzare gli alunni riguardo alla tragica situazione iraniana.
I giovani artisti, in primo luogo quelli facenti parte dell’indirizzo figurativo, si sono avvicinati alla
questione che da tempo, in particolare dopo la morte di Masha Amini nel settembre 2022, colpisce l’Iran.

L’ideazione della mostra ha preso le mosse dalla visione del film “Be my voice” diretto da Nahid Sarvestani Persson. Si tratta di un documentario che racconta la storia dell’attivista e giornalista Masih Alinejad, che da tempo supporta le donne, con l’aiuto dei social, nella loro lotta per la libertà e contro l'imposizione dell’hijab. 

Ma entriamo ora nel vivo della mostra. Che significato si può attribuire al titolo e come si sviluppa?
“SvelArti” è un concetto che va ben oltre il gesto di togliersi il velo, perché con esso s’intende anche svelare la donna e liberarla da tutte le limitazioni e le imposizioni che le vietano il raggiungimento dei diritti e dell’uguaglianza. 

Attraverso opere figurative, plastiche e multimediali, lo spettatore infatti entra in contatto con le riflessioni dei ragazzi sulla questione delle donne in Iran, si trova davanti a immagini forti come donne soffocate da una bandiera iraniana o che si dimenano per togliersi il velo. Una delle sale è riservata all’installazione di lanterne costruite con fogli di acetato, al di sopra dei quali si possono leggere parole che compongono poesie, a partire dal romanzo di Azar Nafisi “Leggere Lolita a Tehran”. Dalla lettura del libro è nata infatti una bellissima attività in cui gli alunni della classe 5F/L con la professoressa di lettere Giorgia Dalmasso hanno sperimentato il metodo di poesia creativa “Caviardage”. 



Tra le forti immagini e i toccanti suoni della mostra sono presenti qua e là i fiori di frangipane, simbolo distintivo di Masih Alinejad e di fratellanza. 


Nel primo corridoio sono stati anche esposti i manifesti realizzati dalla 5^L (la parte ad indirizzo grafico della classe articolata). Per mezzo di un sondaggio interno, tra i vari manifesti ne è stato scelto uno per promuovere la mostra: quello di Filip Vasilcu. 
Durante l’inaugurazione il banner è stato disteso dal balcone del municipio, con gran soddisfazione da parte di studenti e professori. 

Gli studenti non si sarebbero mai aspettati di essere al centro una mostra del genere, si dichiarano soddisfatti del lavoro di squadra, hanno avuto un’ottima occasione per mettersi in gioco. Ma oltre alla soddisfazione personale che accomuna tutti quanti gli studenti riconoscono anche di aver arricchito molto il proprio bagaglio culturale. 

Ciò di cui bisogna essere consapevoli è che la voce delle donne iraniane è spenta, ma non ci sarà silenzio finché continueranno a risuonare nell’aria urla di protesta e ribellione, come donne che si tagliano i capelli o tengono l’hijab stretto in pugno. Le violenza e le imposizioni morali devono finire, ma solo con l’unione in una comunità fraterna e la speranza si potrà fermare quest’ingiustizia. La mostra “SvelArti” è una piccola goccia in un mare scuro e profondo, ma se ognuno di noi mettesse una goccia in questo mare prima o poi le donne iraniane potrebbero sentirsi svelate dall’oppressione ed essere perciò LIBERE!

Hedy Lamarr. L'inventrice della tecnologia di trasmissione dei segnali usata nelle reti wireless

 “L’ignoto è sempre stato molto attraente per me… e lo è tuttora

di Aurora Armando

Da sempre il mondo della fisica è un mondo maschile, con regole scritte da uomini per gli uomini.
È sempre stato quasi impossibile accedervi per una donna; nel secolo scorso sono state pochissime le pubblicazioni a firma femminile e altrettanto rare sono state le studiose prese in considerazione per le loro ricerche o invitate a parlarne. I premi Nobel per la fisica assegnati alle donne sono solo 4 finora, su 213 totali.



Tra le donne importanti che sono state anche menzionate dalla fisica quantistica Gabriella Greison nel suo monologo teatrale "Sei donne che hanno cambiato il mondo - Le grandi scienziate della fisica del XX secolo" (tratto dal suo libro) ci sono Marie Curie, Lise Meitner, Emmy Noether, Rosalind Franklin e Mileva Maric e, la mia preferita, Hedy Lamarr.
Hedy Lamarr è nota soprattutto per essere stata un’attrice austriaca che negli anni Trenta e Quaranta ha stregato Hollywood con il suo incredibile fascino. È stata definita infatti “la donna più bella del mondo”, ma molti non sanno che è stata anche un’inventrice di primo livello, capace di sviluppare, tra le altre cose, un sistema di modulazione per la codifica di informazioni su frequenze radio, alla base delle attuali reti wi-fi.
Nata il 9 novembre 1914, Hedwig Eva Maria Kiesler, nota a Hollywood come Hedy Lamarr, iniziò presto la sua carriera di attrice per la sua bellezza più che per la sua bravura, tanto che dovette abbandonare gli studi di ingegneria per i quali era molto portata. 
Divenne famosa in Austria e non solo per la sua partecipazione a scene di nudo nel film “Estasi”, poi censurato.
Sposò un magnate austriaco dell’industria bellica che era a contatto con illustri uomini politici dell’epoca. Il marito non amava veramente la moglie e non appena seppe le sue origini ebraiche la ripudiò, come imponevano le leggi razziali del periodo storico.
Hedy si trasferì poi in America dove continuò la sua carriera da attrice lavorando con i più grandi attori americani.
Con lo scoppio della seconda guerra mondiale Hedy offrì i propri servizi al governo degli Stati Uniti, dal momento che possedeva informazioni riservate riguardo gli armamenti dell’esercito tedesco. Collocata nel dipartimento di tecnologia militare, Hedy si rese conto che i segnali radio che guidavano i siluri dell’esercito nordamericano erano molto facili da intercettare. Fu allora che elaborò, insieme all’amico compositore George Antheil, un sistema di rilevamento di siluri radiocomandati. Ispirato a un principio musicale, funzionava su ottantotto frequenze, l’equivalente dei tasti del pianoforte, ed era in grado di far saltare i segnali di trasmissione tra le frequenze dello spettro magnetico.
I militari all’epoca non seppero apprezzare l’utilità dell’invenzione che stava offrendo loro Hedy, finché molti anni dopo, nel 1962, ci fu la crisi dei missili cubani. Allora la tecnologia di Lamarr fu usata per intercettare le comunicazioni e il controllo dei siluri. Ancora oggi quel sistema si utilizza per i sistemi di localizzazione via satellite, come il GPS, che fu il precursore del wi-fi.
Ebbe una vita travagliata (6 mariti e innumerevoli amanti), non riuscì mai a farsi apprezzare per le due doti intellettuali e soffrì molto per il fatto di essere considerata solo per la sua avvenenza.
Isolata e amareggiata, Hedy Lamarr trascorse i suoi ultimi anni ritirata nella sua villa a Miami. Quando le offrirono il Pioneer Award, nel 1997, lo ricevette con scetticismo commentando: «Era ora». Hedy morì da sola, ormai cieca, in povertà, in un alloggio a Caselberry nel 2000.
Benché nelle sue memorie, Ecstasy and Me, Hedy Lamarr non dica esplicitamente se fosse stata o meno una spia – è evidente che le qualità non le sarebbero mancate –, quel che è certo è che fu una donna dall’intelligenza fuori dal comune. 

Il suo desiderio di conoscenza è perfettamente espresso dalla sua frase: «La speranza e la curiosità per il futuro mi sembravano meglio della sicurezza del presente. L’ignoto è sempre stato molto attraente per me… e lo è tuttora».

Oggi, in Austria, la Giornata dell’inventore si celebra il 9 novembre, giorno della sua nascita, proprio in suo onore.

Sarebbe bello che molte giovani donne conoscessero di più le donne che hanno contribuito a  innovare le scienze, soprattutto per cercare di abbattere gli ostacoli e i pregiudizi che ci si trova ancora a dover superare per potersi affermare in questo campo.

mercoledì 8 marzo 2023

‘Le piccole libertà’ di Lorenza Gentile

 


di Laura Bota


Libertà. Li/ber/tà. Quante volte abbiamo abusato di una parola così dolce e volatile. Quante volte ci siamo interrogati sul suo significato, quante volte ci siamo chiesti se siamo davvero liberi o solo dei burattini.
Sono domande soffocanti che ci fanno cadere in un oblio confuso e senza forma.
Così è come si sente Oliva, (attenzione, Oliva senza la i!) una donna di trent’anni dal passato e della famiglia difficile ma che vive una vita semplice, fatta di ore passate in ufficio e piselli al wasabi mangiati di nascosto. 5 chili di troppo e un fidanzato, quasi marito, che non l’ha mai vista struccata.
Le notti le passa insonne a rigirarsi senza trovare le risposte alle sue domande. Tema focale? Sua zia. Sua zia, che è scomparsa 16 anni prima e che, dal nulla, le manda una lettera con un biglietto di sola andata per Parigi.
Oliva non lo sa, ma quando scenderà da quel soffocante treno notturno che la porterà fino a Parigi, la sua vita cambierà del tutto.
Le corse per andare in ufficio, i trattamenti di cheratina e le diete miracolose smetteranno di esistere. Parigi diventerà il suo unico pensiero.
Una corsa che pare infinita per incontrare sua zia. Un unico luogo sicuro: la famosa libreria Shakespeare and Company. 
È proprio qui che incontrerà i personaggi dai più strani modi ma dalle anime più gentili; dopotutto, il motto della libreria è “non essere inospitale con gli estranei, potrebbero essere angeli in borghese”. 
Materassi scomodi, ore passate a riordinare libri, vestiti floreali e capelli al vento. Se Oliva avesse saputo le condizioni in cui avrebbe dovuto vivere per le settimane successive alla sua partenza, non avrebbe mai messo piede su quel treno. Non pensava neanche di rimanerci per più di un weekend. 
Ma è proprio grazie all’incontro di burberi personaggi, corse per le vie strette di Parigi e colazioni nei bar più disparati che Oliva metterà fine alla sua recita. La sua vecchia vita, quella passata a rimuginare su tutte le possibilità perdute, inizia a scivolarle via dalle dita. Una vita fatta di scelte oneste e di veri sentimenti prende posto tra le sue braccia e Oliva questa volta non ha intenzione di lasciarsela sfuggire.

"Le piccole libertà" di Lorenza Gentile è un libro che ti fa rimanere incollato dalla prima all’ultima pagina. Che ti fa ridere, che ti piangere e che ti fa pensare. Un libro che ti insegna ad apprezzare le piccole cose e a vedere il mondo da un’altra prospettiva. Che mostra come dopo tutto siamo noi quelli che ci capiamo e che ci conosciamo meglio. 
Un consiglio? 
Leggetelo accompagnato da un cafè au lait e dei macarons, nel vostro bar preferito e durante una giornata primaverile. E, magari, dopo aver finito di leggere, fate quella cosa che avreste sempre voluto fare.

mercoledì 1 marzo 2023

SVELARTI. DONNA, VITA, LIBERTÀ



Inaugura sabato 4 marzo alle ore 16,30 presso il Salone d’Onore del Municipio di Cuneo, la mostra “SvelArti. Donna, vita, libertà!”.
Nata da un’idea del Liceo Artistico “Ego Bianchi” di Cuneo in collaborazione con il “Collettivo Zaratan” e l’intervento del Conservatorio “Ghedini”, la mostra si inserisce nell’ambito della rassegna del Comune di Cuneo “8 Marzo è tutto l’anno 2023 - Il viaggio delle donne”.
L’esposizione, allestita nei locali di Palazzo Santa Croce, sarà visitabile sabato 4 marzo dalle ore 17.15 alle ore 19.00, e da domenica 5 a mercoledì 8 marzo dalle ore 16.30 alle ore 19.00.

Venite numerosi!!!

A breve, sul blog, approfondimenti e curiosità!