prof.ssa Giorgia Dalmasso
Lo ammetto, ho dovuto aspettare qualche giorno.
Subito, appena è accaduto, non ci sarei riuscita. Perché perdere uno studente è doloroso e una vita che si interrompe a 16 anni è un evento contro natura. Io non riuscivo ad accettarlo e continuo a sentirmi impotente e inadeguata.
Nessuno mi ha chiesto di farlo, ma Alice faceva parte della redazione e io credo sia doveroso salutarla anche da qui, dalle pagine di questo blog sul quale lei avrebbe tanto voluto ancora scrivere.
Alice era speciale. L'ho conosciuta in prima e il suo carattere forte e solare mi hanno conquistata. Forza e dignità sono forse proprio le parole che meglio la descrivono. Non l'ho mai sentita lamentarsi, mai l'ho vista giustificarsi o cercare scuse. Anzi. Mi imbarazzavano quasi il suo voler sempre restare al passo, la sua determinazione, la sua curiosità. Alice è la studentessa che tutti dovrebbero incontrare almeno una volta nella vita. Quella a cui capita di dover dire basta, che non importa, non c'è fretta, le cose importanti sono altre. E invece aveva ragione lei. A 14, 15, 16 anni... la scuola è importante, gli amici sono essenziali ed è fondamentale vederli negli occhi, non attraverso uno schermo luminoso. A quell'età è importante tingersi i capelli di blu e avere le unghie sempre laccate e curate; è importante ridere e imparare e così tentare di beffare la morte.
Grazie, piccola guerriera.