venerdì 19 marzo 2021

LA PAROLA DEL GIORNO

  

 Boomer


“Appellativo ironico e spregiativo, attribuito a persona 
che mostri atteggiamenti o modi di pensare 
ritenuti ormai superati dalle nuove generazioni“ 
Accademia della Crusca.

Che sia zia Mariuccia, che vi manda l’immagine del “buon mercoledì" con annessa foto un neonato sorridente e fiorellini, oppure Franco, il consueto frequentatore del bar di paese, che sbraita notizie apocalittiche, palesemente false, lette su www.quellochenonvoglionfarvisapere.credici, tutti abbiamo avuto almeno una volta un’esperienza ravvicinata con un “Boomer”.
 Ma da dove deriva questa parola? Perché é sempre più un termine dispregiativo nel vocabolario contemporaneo?
Boomer è strettamente correlato con il “Baby Boom”, ossia il periodo storico compreso tra il 1946 e il 1964 in cui, grazie all’implemento economico del dopoguerra, ci fu una crescita demografica rilevante. Le persone nate in quel periodo sono dette “Baby Boomers” o semplicemente “Boomers”.
Anche le generazioni successive vengono catalogate: “generazione X” (1965-1980), “generazione y” o “Millennials” (1981-2000) e la “Generazione Z” o “Nativi digitali” (2000-…).
Queste “categorie” sono strettamente legate allo sviluppo tecnologico che è direttamente proporzionale all’avanzamento negli anni: la generazione X, infatti, è stata la prima ad approcciarsi a computer, videogiochi, ecc., mentre la generazione “Z” è nata con lo smartphone integrato.
Più si retrocede nella storia, minore è la capacità di rapportarsi alla tecnologia, fino ai Boomer, le cui caratteristiche principali, a causa delle quali vengono comicizzati sul web, sono proprio l’incapacità di saper stare “al passo” con i tempi, quindi usare correttamente computer, telefono, ecc., e allo stesso tempo l’incapacità di comunicare e le modalità di pensiero quasi medioevali.
Ma da quando ha iniziato a circolare il termine “Boomer”?
Le origini non sono certe, si pensa a una comparsa intorno al 2009 sulla piattaforma internet “Reddit”, ma è solo negli ultimi anni che il termine si è diffuso, principalmente con lo scopo di deridere la comparsa dei Boomer sulle piattaforme social.
Nel 2019 c’è stata una svolta: la deputata neozelandese Chloe Swarbrick, mentre discuteva dei problemi legati al cambiamento climatico, disse “Ok, Boomer”, in risposta a un suo collega più anziano, che l’aveva interrotta. Questa risposta sbrigativa può essere interpretata come la sintesi dello scontro fra una generazione adulta, ormai troppo arretrata, che ha vissuto e goduto gli effetti di una crescita economica esponenziale e del consumismo, senza badare alle conseguenze sul futuro, e i giovani, che, a loro sfavore, hanno un peso enorme sulle spalle.
 Li definiscono zombie incapaci di avere valori, di lottare, di crescere, mentre le conseguenze degli “sfarzi” dei Baby Boomer imperversano non solo a livello ambientale e climatico, ma anche a livello politico, economico e sociale. D’altro canto, essi si trovano in una società sempre più in corsa verso il progresso in cui non cambiano solo l’ambiente e gli strumenti, ma deve cambiare necessariamente anche il pensiero.
Non dobbiamo inveire contro le immagini di Mariuccia o le “tesi” di Franco, nonostante esse siano il risultato di un’ arretratezza, naturale, e nemmeno sottostare ai loro possibili rimproveri nei confronti della svogliatezza della “gioventù bruciata”, ma piuttosto farci una risata e continuare per la nostra strada, consapevoli del fondo d’amarezza di questa parola.