lunedì 14 aprile 2025

LA GUERRA DA VICINO

l’eccidio di boves

di Sofia Garelli


Il 17 settembre 1943 Paolo Giuliano era in montagna con la banda di Ignazio Vian, quando gli giunse notizia delle SS catturate a Boves. Pensò subito alla moglie e al figlio Roberto di 5 anni, così scese in paese per assicurarsi che stessero bene. I nazisti avevano iniziato le rappresaglia e capì subito che bisognava scappare. Avevano fatto poca strada quando si accorse di aver dimenticato il lascia passare. Disse a Maria e Roberto di nascondersi in un campo di granoturco assieme ad altre persone mentre tornava a casa a recuperarli.

Maria Bertolini, acquattata col bambino per mano, scrutava la strada per scorgere suo marito.

Eccolo finalmente che arrivava: fu allora che sentì gli spari. Una sventagliata di mitra e lo vide cadere a terra.

Masino, nascosto nel campo vicino a Maria alzò le mani per arrendersi e i Tedeschi gli spararono alla gola. Il figlio gli si buttò addosso cercando di fermare il sangue. Maria urlò a Paolo di scappare ma il Tedesco si girò e lo finì. Maria era impietrita, ma rimase nascosta. Solo più tardi si poté chinare piangendo e urlando sul corpo del marito.

Nei giorni seguenti decise di intraprendere un lungo e duro viaggio per tornare a Udine, dov’era nata.

Il 28 aprile 1945, il giorno in cui Mussolini fu giustiziato, era iniziato come un giorno normale per Giovanni Battista Dutto. Era andato come sempre a lavorare presto nella bottega da barbiere.

Stefania Tribaudino, sua moglie, era rimasta a casa con sua madre e i sue due figli.

Giovanni Battista e Stefania

I fascisti di Cuneo si erano asserragliati nella vecchia caserma e per le strade si sparava.

Stefania si era messa un vestito rosso svolazzante, bisognava festeggiare la dittatura che finiva. Uscì in cortile a controllare quanta legna fosse rimasta sotto la tettoia. Non si sa chi sparò. Quel rosso sgargiante a qualcuno deve essere sembrato una bandiera. Corsero a chiamare Giovanni, che la trovò ancora viva, agonizzante, ma non poté fare nulla se non tenerla tra le sue braccia mentre moriva.

Maria e Paolo

Finita la guerra Maria tornò a Cuneo dove ancora viveva sua sorella Gisella e incontrò Giovanni al sindacato, si innamorarono e si sposarono.

Nell’aprile del 1948 da loro nacque Natale, mio nonno materno.

Questa è la storia della mia famiglia, ma troppe famiglie in tutto il mondo hanno storie di guerra, dolore e morte da raccontare e sembra che da queste storie non si impari mai.