lunedì 14 aprile 2025

LILJA 4-EVER

di Aurora Giuffrè
Disegno di Matilde Allione

Lilja 4-ever è una pellicola indipendente del 2002 del regista svedese Lukas Moodysson prevalentemente in lingua russa, la cui trama si basa in larga parte sulla vita di Danguolė Rasalaitė (1983-2000), ragazza lituana vittima dello sfruttamento sessuale.
Nel film, ambientato in un’indefinita cittadina dell’ex Unione Sovietica, Lilja è una ragazza che vive in una palazzina insieme alla madre aspettando di trasferirsi negli Stati Uniti insieme a quest’ultima e al compagno, ma quando questi partono senza Ljlia e la lasciano alle “cure” della zia la sua vita cade lentamente a pezzi: viene obbligata a spostarsi in un appartamento fatiscente, e si svaga passando del tempo con i suoi amici. Dopo che la sua reputazione viene macchiata per colpa della sua amica, tutti la evitano e Lilja si ritrova sola, se non per la compagnia del piccolo Volodja. Lilja comincia a prosti-tuirsi, spesso con uomini più grandi di lei. La speranza arriva con l’incontro con un ragazzo che le promette un lavoro in Svezia. Lilja non sa però che si ritroverà incastrata nella tratta degli esseri umani.
Si tratta di uno scenario tristemente comune. Con la Rottura della Cortina di ferro* e il Crollo dell’URSS, viaggiare dall’Est all’Ovest dell’Europa era diventato semplice in modo rivoluzionario, e il capitalismo* occidentale era riuscito a toccare anche i Paesi dell’ex Blocco orientale.


Fu nel pieno degli anni Novanta che il fenomeno della tratta sessuale si espanse. Le vittime erano solitamente ragazze, anche molto giovani, prove-nienti da Romania, Albania, Polonia, Moldavia e Lituania, e altri Paesi slavi e balcanici (ma non solo, se ampliamo lo sguardo ad altri continenti, consideriamo vittime prove-nienti da Nigeria, Brasile e Perù), spesso in condizioni spaventose di povertà che venivano notate e persuase dagli uomini che avevano il compito di trasportarle “dall’altro lato” promettendo loro una vita migliore e una casa, spesso con il miraggio dell’amore. Le vittime si ritrovavano private dei loro documenti in un Paese straniero in cui non conoscevano nulla, continua-mente ricattate, minacciate e costrette a svolgere lavoro sessuale, che fosse in un night club, in un appartamento, o in strada.
Il denaro guadagnato non era loro, ma finiva nelle tasche del loro lenone*, che operava non solo per i suoi interessi: era infatti parte di organizzazioni criminali transnazionali.
Questo discorso può benissimo essere declinato, purtroppo, al presente.
Lo sfruttamento sessuale è mutato negli anni e le donne coinvolte oggi, oltre alle vittime est-europee e latinoamericane, provengono anche e soprattutto da Paesi africani. Le dinamiche che le portano alla prostituzione sono parzialmente diverse, le ragazze sono infatti mandate in Europa dalla famiglia e, una volta arrivate a destinazione, sono indebitate con i malavitosi che hanno permesso il viaggio. Nella visione delle ragazze prostituite, protettori, protettrici, amici di famiglia ospitanti sono visti come brava gente che dona possibilità di riscatto in uno scenario nuovo e promettente che è quello dell’Europa, ma le vittime sono costrette alla prostituzione per ripagare chi le ha “aiutate”.
Infatti è molto semplice in questi casi approfittarsi di una donna, poiché quest’ultima vede l’attività che le viene imposta come una strada per uscire dalla miseria.
In Lilja 4-ever, la giovane protagonista si trova in un momento di estrema debolezza nella sua vita, è un’adolescente che non ha nessuno e nulla attorno. Quando viene sedotta da un ragazzo che si mostra propenso ad aiutarla, Lilja vede tutto ciò che non aveva mai avuto, ciò che il suo Paese e la sua situazione non avrebbero potuto darle, per ritrovarsi ridotta ad un oggetto, a passare da uomo a uomo senza avere alcun diritto sul suo corpo.
Ljlia 4-ever è crudo. È un film in cui la speranza è il cardine, e rappresenta quanto il mondo sporco e approfittatore riesca ad approfittarsi delle debolezze e difficoltà inflitte, soprattutto, alle donne.

Cortina di ferro: espressione utilizzata per indicare la linea di confine che separava l’Europa in due zone differenziate dalla politica sociale ed economica per tutta la Guerra Fredda fino a prima del crollo dell’Unione Sovietica.

Lenone: termine derivante da Lenone, un personaggio del Phormio di Terenzio, che praticava il commercio di schiave.

Capitalismo: sistema di ordine politico-economico in cui i privati possiedono mezzi di produzione e producono ricorrendo al lavoro dipendente.