i vedutisti a cuneo
di Fiorella Botta
Fotografia di Asia Margaria
Quest'anno la Fondazione CRC (Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo) ha allestito a Cuneo una mostra dedicata ai più grandi maestri del Vedutismo: Giovanni Antonio Canaletto, Gaspar Van Wittel, Bernardo Bellotto e Giovanni Paolo Pannini.
Il nostro Istituto ha organizzato delle visite per alcune classi, tra cui la mia. Permettetemi, quindi, di parlarvene per chi di voi non ha potuto vederla.
La mostra è stata allestita nel Complesso Monumentale di San Francesco, luogo scelto dalla Fondazione anche per le esposizioni del 2022 ("I colori della Fede a Venezia. Tiziano, Tintoretto, Veronese") e del 2023 ("Lorenzo Lotto e Pellegrino Tibaldi. Capolavori della Santa Casa di Loreto").
È stata inaugurata a fine novembre 2023 ed è terminata il 13 aprile.
Gli artisti scelti sono gli esponenti di una corrente artistica che prende piede nel Settecento in tutta Europa, il Vedutismo. Come intende il nome stesso, i capolavori rappresentano vedute di città, perlopiù italiane, in particolare Venezia e Roma.
La mostra è stata allestita nel Complesso Monumentale di San Francesco, luogo scelto dalla Fondazione anche per le esposizioni del 2022 ("I colori della Fede a Venezia. Tiziano, Tintoretto, Veronese") e del 2023 ("Lorenzo Lotto e Pellegrino Tibaldi. Capolavori della Santa Casa di Loreto").
È stata inaugurata a fine novembre 2023 ed è terminata il 13 aprile.
Gli artisti scelti sono gli esponenti di una corrente artistica che prende piede nel Settecento in tutta Europa, il Vedutismo. Come intende il nome stesso, i capolavori rappresentano vedute di città, perlopiù italiane, in particolare Venezia e Roma.
Le opere sono caratterizzate da un estremo naturalismo e una grande attenzione ai dettagli, anche se non sempre le città rappresentate sono realistiche (i vedutisti hanno realizzato anche i "capricci").
Il movimento si diffonde grazie ai nobili intellettuali che partono per il Grand Tour, un viaggio per tutto il continente europeo. Per averne un ricordo materiale infatti, iniziano a commissionare agli artisti paesaggi, i cui soggetti erano, appunto, vedute urbane.
I quadri sono ancora oggi apprezzati in tutto il mondo, infatti la mostra ha riscosso un meritato successo: da novembre più di 20.000 visitatori hanno varcato la soglia del Complesso (fonte: LaGuida).
Il percorso si può dividere in due parti: la prima è dedicata a un video sul contesto storico e gli strumenti utilizzati dai vedutisti con la spiegazione del funzionamento della camera ottica.
Questo, ovviamente, rende l'esperienza più piacevole anche per chi non conosce la corrente artistica e fa scoprire ai visitatori qualche curiosità. Soltanto dopo il contenuto multimediale, inizia la vera esposizione.
I quadri sono raggruppati per artista seguendo l'ordine cronologico, cosa che fa notare al visitatore lo sviluppo del Vedutismo.
Ciò che ho veramente apprezzato è il numero di quadri presenti, ossia pochi rispetto a molte altre mostre.
Personalmente, amo osservare i quadri per molto tempo. Avere la consapevolezza di non dover correre per ammirare ogni parte della mostra mi permette di concentrarmi di più.
Questo fattore è aiutato anche dal luogo di esposizione, il Complesso di San Francesco, ovvero una chiesa sconsacrata. L'ambiente spoglio e in penombra fa focalizzare tutta l'attenzione del visitatore sui quadri e nient'altro.
Non resta che aspettare il prossimo anno per scoprire gli artisti che sceglierà la Fondazione per la mostra del 2026.
Il movimento si diffonde grazie ai nobili intellettuali che partono per il Grand Tour, un viaggio per tutto il continente europeo. Per averne un ricordo materiale infatti, iniziano a commissionare agli artisti paesaggi, i cui soggetti erano, appunto, vedute urbane.
I quadri sono ancora oggi apprezzati in tutto il mondo, infatti la mostra ha riscosso un meritato successo: da novembre più di 20.000 visitatori hanno varcato la soglia del Complesso (fonte: LaGuida).
Il percorso si può dividere in due parti: la prima è dedicata a un video sul contesto storico e gli strumenti utilizzati dai vedutisti con la spiegazione del funzionamento della camera ottica.
Questo, ovviamente, rende l'esperienza più piacevole anche per chi non conosce la corrente artistica e fa scoprire ai visitatori qualche curiosità. Soltanto dopo il contenuto multimediale, inizia la vera esposizione.
I quadri sono raggruppati per artista seguendo l'ordine cronologico, cosa che fa notare al visitatore lo sviluppo del Vedutismo.
Ciò che ho veramente apprezzato è il numero di quadri presenti, ossia pochi rispetto a molte altre mostre.
Personalmente, amo osservare i quadri per molto tempo. Avere la consapevolezza di non dover correre per ammirare ogni parte della mostra mi permette di concentrarmi di più.
Questo fattore è aiutato anche dal luogo di esposizione, il Complesso di San Francesco, ovvero una chiesa sconsacrata. L'ambiente spoglio e in penombra fa focalizzare tutta l'attenzione del visitatore sui quadri e nient'altro.
Non resta che aspettare il prossimo anno per scoprire gli artisti che sceglierà la Fondazione per la mostra del 2026.