I SETTE PECCATI CAPITALI
Luca Carpani
Imperdibile per tutti gli amanti del fantasy pseudo-medievale è NANATSU NO TAIZAI. È stato il primo anime che ho guardato ed è certamente uno dei miei preferiti per svariate ragioni.
Il titolo (che tradotto in italiano è I SETTE PECCATI CAPITALI) è anche il nome di un leggendario gruppo di cavalieri (tre umani, una fata, una gigantessa, una bambola senziente e un demone), ritenuti i più forti di tutta la Britannia, e tuttavia ricercati perché accusati di alto tradimento e dell'omicidio del comandante dei Cavalieri Sacri del regno. Quando però, dieci anni dopo, i Cavalieri Sacri si rivelano essere malvagi e compiono essi stessi un colpo di Stato, la coraggiosa principessa Elizabeth si convince del fatto che i Peccati forse non siano cattivi e parte da sola alla loro ricerca, per domandare il loro aiuto.
La storia riesce ad essere molto avvincente e mai banale, miscelando egregiamente combattimenti epici, scene comiche e drammatiche ed una bellissima storia d'amore, che possono avvalersi anche (per quanto concerne l'anime) di una colonna sonora invidiabile e di ottime animazioni… almeno nelle prime due stagioni. Purtroppo infatti non si può dire lo stesso per la terza, che è stata affidata ad una casa produttrice diversa ed è sensibilmente peggiorata, ma questo gennaio è uscita la quarta stagione che sembra aver riportato la serie in auge.
Tornando alla trama, la cosa che più colpisce è l'impegnata introspezione psicologica di ogni singolo personaggio: i Sette Peccati, infatti, sono così marchiati per colpe da loro commesse in passato e, come tutti noi, cercano senza sosta la redenzione. Infatti dalla seconda stagione in poi, appaiono i Dieci Comandamenti, altri poteni guerrieri che, in contrapposizione ai Peccati, rappresentano dieci virtù come la Purezza, la Reticenza, la Pietà... però sono malvagi! Anzi, sono gli antagonisti, che hanno le loro ragioni per comportarsi da malvagi. Infatti in quest'anime nulla è scontato: non esistono buoni e cattivi “perché sì” ma tutti, anche i personaggi secondari, hanno la loro personalità, i propri interessi e i propri idoli. Questo è uno tra i pochissimi anime (almeno tra quelli che conosco io) in cui, arrivato alla fine, ti rendi conto che non esiste un personaggio, cattivo o buono che sia, che hai odiato, perchè anche quelli che sono stati introdotti come antagonisti, alla fine trovano il modo per farsi apprezzare. Sul fronte personaggi, dunque, assolutamente nessuna obiezione. La trama è molto molto scorrevole e ricca di sapienti citazioni delle leggende arturiane (lo stesso Re Artù è un personaggio ricorrente).
Perchè? Beh, se devo proprio dirlo, il design delle armature è un pugno nell'occhio, semplicemente non si possono vedere. E certe mosse, nei combattimenti, sono esageratissime... ma ci piacciono anche per quello. Se volete vederlo, c'è su Netflix doppiato in italiano, ma... no. La traduzione è così così, il problema sono le voci, completamente diverse dall'originale e che, secondo me, non sono proprie del personaggio... Il mio consiglio è dunque guardarlo su un qualunque sito di streaming, giapponese e sottotitolato. Ah, e senza genitori intorno! È pur sempre un ecchi...