Lucia Maite Cavallera
“Firenze l’è piccina, e vista da i’ Piazzale la pare una bambina, vestita a carnevale”
Ed è proprio così, come dice Pieraccioni. Firenze, la sera, vista dal Piazzale Michelangelo, con le sue maestose opere e la sua fama da catalizzatore di turisti, è una delle più belle visioni che si possano osservare; anche se ormai ai tempi del Covid-19 c’è ben poca gente che ha la possibilità di sfruttare questa opportunità. Il turismo infatti è bloccato da quasi un anno e la città, per essere una delle più affollate e conosciute d’Italia, si presenta alquanto vuota e tranquilla, specialmente a fine giornata prende quasi una piega silenziosa, che è triste ma allo stesso tempo se ti trovi nel posto giusto può suscitare emozioni intense.
Basta solo avere la voglia di salire un po’ di gradini, al di sopra della famosa terrazza e del Cimitero delle Porte Sante, per avere una visuale sempre più spettacolare, e al tramonto soprattutto, tocca l’apice della sua bellezza. Quando, superato l’ultimo scalino, già un po’ sfiancato dalla salita, alzi lo sguardo e ti ritrovi ritrovi all’improvviso senza fiato dall’imponenza, i colori e le arcate della Basilica di San Miniato al Monte, dove affondano le radici cristiane di Firenze; e come se non bastasse, se giri lo sguardo alle tue spalle, ti ritrovi travolto da uno dei landscape più splendidi della nostra penisola.
(Ovviamente le foto, specialmente quelle fatte con il cellulare, non rendono giustizia a questo luogo. Bisogna vederlo dal vivo per comprendere quanta energia trasmetta!) In effetti pare davvero piccola da lassù, ma non lascia di certo trasparire la grandezza artistica e culturale per cui è famosa e che incanta da sempre qualsiasi persona si fermi ad ammirarla. Il lungo Arno “che entro dei suoi ponti multicolori, presago, quietamente arena e in riflessi tranquilli frange appena archi severi tra sfiorir di fiori”, come ci scriveva già Dino Campana nell’ottantanove, ci lascia scorgere i ponti che stanno alla sommità delle sue acque, tra cui il Vecchio ponte della città, facilmente riconoscibile per le sue disordinate casette colorate, fu costruito in epoca romana ed è uno dei pochi a non essere stato distrutto durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale, si racconta infatti che lo stesso Hitler fosse stato colpito dalla sua bellezza e avesse scelto di risparmiarlo.
“Visuale sull’Arno da Ponte vecchio” Il fiume taglia la città, riservando alla parte di destra una più spiccata rilevanza, infatti osservandola da quello spiazzo sopraelevato si possono riconoscere molte di quelle opere artistiche che ognuno ha studiato a scuola almeno una volta: partendo dall’edificio che più salta all’occhio, la grande cupola di Santa Maria del Fiore, perfetto esempio dell’architettura rinascimentale ideata da Brunelleschi, con sottostante i marmi policromi della cattedrale, il campanile di Giotto e il battistero dedicato a San Giovanni patrono della città. “Cattedrale di Santa Maria del Fiore”, Firenze piazza del Duomo
“Porta del Paradiso del Battistero di Firenze” di Lorenzo Ghiberti Se si sposta invece lo sguardo un po’ più in là si può notare un’opera che anche solo all’occhio ci risulta completamente differente perché di natura civile, uno dei palazzi civici più conosciuti al mondo, Palazzo Vecchio, con il suo alto campanile e il grande orologio; accompagnato dal Tribunale della Mercanzia, eretto nella lontana metà del trecento, e dalle sculture della Piazza della Signoria, come ‘la Fontana del Biancone” e il monumento equestre. Anche la gotica loggia dei Lanzi nata per le assemblee pubbliche è ora uno spazio espositivo ricco dei capolavori della collezione medicea, con i Leoni marmorei a guardia dell’entrata, fino al “Ratto delle Sabine” e il bronzo di Perseo. ”Il ratto delle Sabine”, Loggia dei Lanzi, Firenze Se poi si aguzza un po’ la vista si può scorgere anche una delle migliori e conosciute realizzazioni del Gotico in Italia, la Basilica di Santa Croce, denominata da Foscolo “Tempio dell’Itale Gloria” ed infatti divenuta un vero e proprio Pantheon di personaggi celebri legati alla musica, all’arte e alla letteratura; al suo interno e nella piazza omonima ci sono anche moltissime statue come il monumento a Dante Alighieri a lato del Sagrato. Firenze è difatti molto legata anche a questa figura, non seppellita nella Basilica probabilmente solo perchè muore a Ravenna, considerata il padre della lingua italiana, sommo poeta e uomo politico di rilevante importanza, che affonda le sue radici proprio nel centro storico della città dove tutt’ora si può ammirare la sua dimora attraverso il Museo storico, dal 2020 organizzato anche in versione digitale, la Chiesa di Santa Margherita dove dovrebbe avere conosciuto la sua amata Beatrice e a pochi minuti di distanza la sede della corporazione delle Arti dei Medici e Speziali di cui faceva parte.
”Cartina in marmo dei luoghi familiari di Dante” Inoltre quest’anno si festeggiano i 700 anni dalla morte di Dante e nonostante la situazione pandemica le iniziative in merito non mancheranno: la regione Toscana ha programmato un calendario di eventi interattivi e multimediali che sono partiti già dal primo dell’anno con una mostra virtuale, e adesso anche effettiva data la riapertura dei musei Uffizi dopo settanta giorni di chiusura dovuti ai nuovi regolamenti, con le illustrazioni di Federico Zuccari sulla Divina Commedia. Successivamente comprenderanno due giornate “Dantesche” consacrate al poeta, il 25 Marzo (data che gli studiosi ricollegano come inizio del suo viaggio ultraterreno) e il 14 settembre, cioè la data di inaugurazione della statua in suo onore nella piazza di Santa Croce; inoltre sarà istituito un sito ed un’app per visitare e conoscere il percorso da lui attuato con guide e spiegazioni, un documentario che sarà trasmesso alla Rai, una mostra fotografica itinerante dedicata ad esso e molti altri progetti! In allegato il sito della Regione toscana per saperne di più! |