domenica 16 gennaio 2022

ESSERE PER SIGNIFICARE, ESISTERE PER ESPRIMERE

LA POESIA DELLA MATERIA

di Giada Vigorito



“Amo Burri perché non è solo il pittore maggiore d’oggi ma è anche la principale causa di invidia per me: è d’oggi il primo poeta”.

Sono le parole di Ungaretti a fare da sfondo ad una delle mostre più attese della Fondazione Ferrero dedicata alla memoria di Burri, “La poesia della materia”.

Il percorso inizia con un video introduttivo che apre la strada alla conoscenza di uno degli artisti più rivoluzionari del secolo scorso attraverso uno dei periodi di maggior dolore vissuti da Burri: la prigionia ad Hereford.

L'artista porterà sempre con sé il dolore di questi anni, dolore che cercherà di lenire tramite l’arte; è infatti in questa condizione che afferma sia maturata la sua scelta artistica e la volontà di immergersi al suo interno completamente, per sfuggire dalla realtà della guerra.

Nel 1949, poco dopo il ritorno in Italia, deciderà di dare inizio alla collezione delle sue opere, partendo dall’assemblage SZ1 con l’utilizzo di una carta porta zucchero risalente al dopoguerra, nelle quali sceglierà di utilizzare la materia nella sua forma più pura, senza mimetizzazione.




Per Burri però, fin da subito, la parte importante dell’opera sarà riuscire a trovare l’equilibrio perfetto tra i differenti elementi materici.

Dopo il suo primo lavoro, Texas, a cui ha dato vita durante la prigionia, seguiranno vari periodi di sperimentazioni di materie differenti e l'artista dichiarerà di riconoscersi maggiormente nei materiali con cui costruisce i suoi oggetti di uso quotidiano, preferendoli ai colori e ai tradizionali strumenti, per raccontare le strane e meschine avventure di un tempo che non vuole più esprimersi tramite figure e personaggi.

Al termine del filmato si può raggiungere il percorso, strutturato per periodi legati a singoli elementi ricorrenti. A tutti i dipinti fa da sfondo un ambiente completamente bianco che aiuta a completare l’immersione in quello che è il racconto della vita di Burri.

Il fascino nell’arte di Alberto Burri, a mio parere, sta nello studio della differenziazione di tonalità del colore posto su differenti materiali; ho raggiunto infatti caduta tale consapevolezza nel momento in cui ho raggiunto l’ultima sala, che racconta l'età matura, caratterizzata dai neri. Neri come i muri di quest’ultimo ambiente che ci trascina in una nuova dimensione, ponendoci al centro di quelle che saranno le ultime opere dell’artista.



In questo viaggio passiamo da Texas, l’unico paesaggio della mostra, agli immensi cretti bianchi, passando per le composizioni a sacchi, i cellotex e le plastiche. E’ in tutto e per tutto un viaggio che siete ancora in tempo a intraprendere dato che la mostra gratuita è aperta al pubblico fino al 30 gennaio 2022, dalle ore 11.30 alle 18.00 nei giorni feriali e dalle 10.00 alle 19.00 il sabato, la domenica e nei giorni festivi. 

Mi preme precisare che per via del difficile periodo è necessario che all’entrata si mostri la documentazione che dimostri la valenza del green pass rafforzato.
Speriamo in un ritorno alla normalità, e ringraziamo chi di dovere per aver permesso tutto questo regalandoci un po’ di magia e la possibilità di entrare in quello che era il mondo del grande Alberto Burri.