domenica 16 gennaio 2022

La moda e l’emancipazione femminile

Tra seguaci e protesta

di Giovanni Satta



Sapete che legame c’è tra moda ed emancipazione femminile? No?

Tranquilli, ve lo dico io: un legame molto stretto, molto più di quello che pensiate, miei cari lettori.

Quello che indossiamo rappresenta noi stessi; l’abito può diventare un simbolo di protesta, la storia della nostra società, quella che viviamo tutt’oggi.

É un modo per differenziarci, per veicolare nuove idee.

E ciò accade fin dall’antichità: pensate al dipinto “La Libertà che guida Il popolo” di Delacroix oppure alle Suffragette che manifestavano per il diritto di voto, il loro vestiario è diventato iconico, una “divisa” per protestare, per farsi sentire ed essere immediatamente riconoscibili.






Da allora gli abiti e gli accessori come corsetti, pizzi o tessuti stretti per il corpo femminile sono diventati elementi di un “guardaroba” che ha reso sempre più la donna un oggetto e un soprammobile.

Solo alla fine dell’Ottocento e all’inizio del Novecento le donne hanno deciso di farsi sentire e di farsi conoscere facendo capire che anche loro avevano un posto nella società. Indovinate da dove sono partite…

Ebbene sì! Proprio dai vestiti. Le donne avevano bisogno di essere libere, di lavorare, di fare sport e piano piano tutti quei ghirigori, quelle decorazioni se ne andarono e le gonne diventarono più corte, i busti si slacciarono, le scarpe si alzarono e apparvero i primi pantaloni.

Poi fu la volta dei capelli più corti e ribelli e si mise uno stop alle acconciature complicate e scomode. Le donne più coraggiose iniziavano a tagliarli sapendo che sarebbero state etichettate dalle altre persone per quello in cui credevano.

Molte donne fecero la storia, ma oggi voglio raccontarvi di una sola: Coco Chanel, stilista che rivoluzionò il concetto di femminilità, stile ed eleganza.

La guerra era ormai iniziata ma le donne ne combattevano due, quella mondiale e quella fatta di privazioni e di lavoro.

Chanel iniziò a creare abiti speciali, immaginati per la donna che ha una vita impegnata e soprattutto attiva.

Fu proprio lei ad accorciare le gonne sopra il ginocchio e a creare i pantaloni femminili; usava colori poco appariscenti, linee pulite e ispirate alla moda maschile come il suo marchio fa ancora oggi.