domenica 16 gennaio 2022

GIÙ LA MASCHERA!

Pirandello e il teatro nel teatro

di Simone Satta


Pirandello è conosciuto soprattutto per le sue novelle e i suoi romanzi, tra cui ricordiamo Ciaula scopre la luna e Il fu Mattia Pascal, che molti di noi hanno letto proprio a scuola. Il grande scrittore siciliano, nato ad Agrigento nel 1867, fu in realtà anche un eccezionale drammaturgo e regista teatrale, un innovatore, che portò in scena l’antirealismo, sfondando la quarta parete ed entrando direttamente a contatto col pubblico.


I suoi testi sono ancora oggi più attuali che mai! Coinvolgenti anche semplicemente se letti, prendono vita sul palco e viene voglia di recitare una parte in prima persona. 

Il teatro pirandelliano, pur essendo tutto interessante, non è però omogeneo, perché lo scrittore ha attraversato diverse fasi, è stato influenzato dalle tendenze del primo Novecento, ma ha saputo personalizzare le diverse tecniche, creando una stile unico, rappresentato poi con la sua compagnia "Il Teatro d’Arte di Roma".

Dopo una prima fase legata molto alla sua terra, la Sicilia, di cui possiamo ricordare Liolà, commedia in dialetto siciliano, il periodo grottesco inizia con l’opera Così è se vi pare, in cui l’autore dimostra che la realtà è per ciascuno di noi quella che si crede sia, che non esiste un giusto o uno sbagliato, un vero o un falso. Le maschere che indossiamo diventano così non semplice ipocrisia, ma l’unica realtà possibile quale alternativa al nulla.

Con la fase successiva, quella del teatro nel teatro, Pirandello mette in scena le sue opere migliori, quelle che catturano il pubblico e influenzano le rappresentazioni contemporanee: Sei personaggi in cerca d’autore inizia a sipario aperto (non urlate “Avete dimenticato di chiudere le quinte!”, mi raccomando): come dice il titolo stesso, si tratta di personaggi che cercano un autore che scriva la loro storia e la faccia rappresentare agli attori della compagnia. Il pubblico assiste alle prove, ai tentativi, ai racconti… 

In questo modo, la realtà e la rappresentazione teatrale si fondono, dimostrando che spesso si recita più nella vita che in scena, si indossano più maschere nella quotidianità che nella finzione letteraria.

Nell’ultima fase, quella del mito, scrive opere come l’Enrico IV in cui un uomo, dopo aver battuto la testa durante una sfilata in maschera in cui rappresentava l’imperatore, si convince di esserlo veramente. La sua follia dura ben 12 anni, ma, quando rinsavisce, decide di continuare a portare la maschera del pazzo: lo psicologo propone di ricostruire la scena dell’incidente, facendo vestire alla figlia dell’ex moglie Matilde i panni della madre. Enrico cerca di abbracciare la ragazza, ma il nuovo marito di Matilde si oppone, per cui l’uomo lo trafigge con la sua spada. Per coprire il proprio gesto, Enrico decide che continuerà a fingersi pazzo per sempre. In questa storia Pirandello riesce a riassumere tutti i temi principali del suo teatro: la maschera, l’inganno, la trappola, la follia come fuga dalla realtà.

E un bel modo per fuggire da una realtà che ci va a volte troppo stretta è proprio assistere a un bello spettacolo teatrale, magari proprio di Pirandello.

Vi lascio qui il link di Così è (se vi pare), sperando di poter tornare presto in teatro, dal vivo, senza restrizioni, come pubblico o - perché no - come attori.


https://www.youtube.com/watch?v=NBHnJbay7fM