Perché
una ragazza di 16 anni, che frequenta la terza liceo musicale, ben
inserita, felice, con tanti amici e una vita serena dovrebbe partire
verso l’ignoto per frequentare il quarto anno di scuola
all’estero?
Forse perché, come dicono alcune mie amiche, sono
pazza o forse semplicemente molto molto curiosa e un pizzico anche
ambiziosa. Non lo dite al Preside, ma un po’ sono anche stufa di
respirare sempre la stessa aria e mi piacerebbe scoprire se nel resto
del mondo la scuola funziona come da noi. Soprattutto vorrei
conoscere persone e culture diverse dalla mia e mettermi alla
prova.
Ma
come si fa a partire per l’anno all’estero?
I dubbi di molti genitori e studenti sono rappresentati soprattutto dalla domanda se l’anno scolastico all’estero sia valido per la scuola italiana che si “lascia”. Molti pensano che debba essere ripetuto l’anno una volta tornati in Italia, oppure che debbano essere fatti degli esami di riammissione per il quinto anno. La normativa legata all’anno all’estero è chiara, e si basa sulle linee guida della mobilità studentesca all’estero, tramite il Decreto Legge 297/94 (Testo Unico della Scuola) all’articolo 192, e poi sulla nota del MIUR 10.4.2013 (prot. 843). Una volta stabilita l’importanza degli scambi culturali, la legge considera le esperienze di studio all’estero come parte integrante del percorso di formazione, quindi se trascorri il quarto anno all’estero, oppure un qualsiasi altro periodo scolastico fuori dall’Italia, sarai riammesso nell’istituto di provenienza e non dovrai ripetere l’anno. Per essere riammesso a scuola al quinto anno, dovrai esibire la pagella della scuola superiore che hai frequentato all’estero durante l’anno scolastico, come documento che attesta la tua presenza durante le lezioni in terra straniera. In alcuni casi la scuola italiana, nel riammetterti al quinto anno, valuta anche alcune competenze che potresti aver acquisito.
Quindi non resta che preparare tutta la documentazione e partire. Facile no?
Facile
mica tanto. Bisogna partire per tempo, già durante le vacanze di
Natale del terzo anno perché i documenti sono tanti e tutti in
inglese, qualsiasi destinazione tu scelga. Ti puoi affidare a delle
associazioni o agenzie (altamente consigliato) o prendere contatto
diretto con una scuola straniera. Solitamente si viene ospitati da
host family e anche in questo caso è necessario un po’ di tempo
per trovare quella giusta. È anche possibile accedere a molte borse
di studio per merito, anche perché alcune destinazioni, come
USA e Canada, sono parecchio costose.
Le selezioni non sono
proprio una passeggiata, bisogna solitamente presentare un Personal
Statement, lettere di raccomandazione dei vostri docenti, essere
sempre stati promossi, avere una buona media e ottimi voti
soprattutto in inglese e matematica e soprattutto dimostrare di
saperlo per davvero l’inglese. Infatti spesso dopo aver presentato
la domanda è previsto un colloquio per la selezione in cui valutano
non solo il tuo livello di inglese, ma anche la tua motivazione.
Sì,
perché per passare un anno lontano da casa, senza genitori e amici,
in un Paese dove non parlano la tua lingua e la cultura è totalmente
diversa, ci vuole una grande motivazione.
E ve lo dico perché
ho vissuto questa esperienza con mio fratello, Nicola, che oggi ha 23
anni ed è un ricercatore di successo, ormai anche cittadino
britannico, all’Imperial College di Londra.
A lui Cuneo è
sempre stata stretta, con quel gran cervellone da scienziato; uno
studente modello che quando è partito (lui in terza superiore perché
ha scelto di diplomarsi a Cardiff) conosceva molto bene la lingua
inglese. Eppure, nonostante fosse profondamente convinto della sua
scelta, i primi mesi sono stati durissimi.
“Ogni estate a partire dalla prima media avevo frequentato i corsi estivi nel Regno Unito - racconta Nicola - e quindi ero sicuro sia della padronanza della lingua sia del fatto che mi sarei trovato bene in questo Paese. Eppure, una volta trasferitomi e iniziata la suola (io ho optato per l’International Baccalaureate), mi è mancata la terra sotto i piedi. Tutto era più difficile, le materie scolastiche, socializzare, la quotidianità, trovare sintonia con insegnanti e con la famiglia che mi ospitava. Ricordo che sentivo tremendamente la nostalgia di casa e ogni volta che chiamavo mia madre mi veniva da piangere”.
Quindi non è stato tutto rose e fiori. E come hai fatto poi a portare a termine la tua scelta?
“Ho
capito che non dovevo strafare, che non dovevo pretendere da me
stesso tutto subito, ma semplicemente lasciarmi andare e godermi
quella nuova esperienza. Dovevo darmi tempo, cercare di convivere e
prendere il buono dalle tante cose diverse che mi circondavano. Così
piano piano sono entrato in quel mondo nuovo e quel mondo è entrato
in me, tanto che ho deciso dopo il diploma di fermarmi anche per
l’università e oggi di abitare e lavorare a Londra”
Cosa
ti ha insegnato questa esperienza?
“Che ognuno di noi ha delle risorse che spesso non conosce e che le abitudini e la comodità ci impediscono di tirar fuori. Mi ha insegnato a non vergognarmi di cadere e a rialzarmi, ad essere più diplomatico e tollerante anche verso me stesso. Che se ci metti impegno i risultati arrivano e soprattutto che se apri la tua testa, ma anche il tuo cuore alle nuove esperienze non avrai mai rimpianti”
Cosa consigli ad un ragazzo/a che oggi vorrebbe partire?
“Se questo è ciò che vuole veramente deve farlo, provare. Certo non è un’esperienza da prendere sotto gamba e soprattutto non bisogna crearsi troppo aspettative prima di partire. Darsi sicuramente degli obiettivi, questo è giusto, ma farlo giorno per giorno con la consapevolezza e l’elasticità mentale che sarà necessaria per proseguire il suo percorse e in tutta la vita.
Cercate anche di scegliere il Paese giusto, leggete, informatevi, anche in base alle vostre aspirazioni ed interessi, perché le possibilità sono davvero immense. E poi non fermatevi mai alla prima impressione, siate curiosi, attenti, disponibili, non abbiate il timore di fallire, perché ognuno di noi è diverso e unico e questa esperienza vi aiuterà sicuramente a crescere e capire un po’ di più chi siete”.
Allora
siamo tutti pronti, compresa me. Io spero di andare in Germania e
voi?
Vi lascio alcuni link utili se voleste saperne di più.
https://www.studenti.it/studiare-estero-superiori-programmi-borse-di-studio.html
https://www.genitorichannel.it/vita-famiglia/anno-all-estero.html