di Laura Bota e Matilde Martino
Leggere è una tra le prime cose che ci insegnano a fare da piccoli, insieme allo scrivere.
Leggere vuol dire non solo riuscire a comunicare con gli altri, ma anche aprirsi a un mondo fatto di parole dalle più svariate forme, colori e significati.
Da piccoli eravamo abituati a leggere libri molto semplici, composti da colori e immagini. Crescendo, cambiamo noi e anche i libri che ci vengono proposti: le pagine aumentano e il linguaggio usato diventa talvolta talmente aulico da mettere in dubbio la nostra padronanza della lingua italiana.
La lettura però non è una cosa da temere, anzi. La possibilità di poter leggere la vita di qualsiasi persona, di leggere come sono state erette le più grandi opere architettoniche o come smettere di usare il telefono 8 ore al giorno è una fortuna, un qualcosa di cui ognuno di noi dovrebbe essere grato. Attraverso la lettura si possono vivere centinaia e centinaia di vite e soprattutto si può migliorare la nostra vita: i benefici della lettura vanno dalla riduzione dello stress a un miglioramento delle abilità di scrittura, ma chi legge qualche pagine ogni giorno dimostra anche di avere una soglia di attenzione più alta e una capacità analitica del pensiero più sviluppata.
Ma quindi perché le persone non leggono? O meglio, perché non trovano piacere nel farlo?
Dal questionario proposto a una cerchia di persone intorno ai 16 anni, le risposte date hanno piccole differenze tra di loro. La maggioranza afferma infatti di far fatica a concentrarsi e per questo la lettura diventa più un compito che un piacere, altri ancora dicono di non aver ancora trovato il libro giusto e, ovviamente, ci sono quelli che affermano di essere troppo impegnati per dedicarsi alla lettura.
Le domande sul rapporto scuola-lettura hanno avuto dei riscontri piuttosto negativi: in molti affermano di aver vissuto la lettura come un’imposizione della scuola e ciò li ha solamente portati a disprezzarla, altri ancora non hanno trovato interesse nelle letture proposte o non le hanno proprio affrontate.
Alcuni sono convinti che la lettura prima o poi sarà gradevole ai loro occhi, mentre altri o lo sperano o sono convinti che non prenderanno mai in mano un libro non scolastico.
D’altro canto, coloro che hanno una grande passione per la lettura vedono quest’ultima come un mezzo per distrarsi, per allentare la tensione di tutti i giorni o per una semplice sete di curiosità e bisogno di sapere.
E’ bene ricordare che la lettura è per tutti. Non devono per forza piacere libri di un certo genere solo perché vanno di moda quelli e sicuramente non bisogna vedere la lettura come una gara a chi legge di più.
Bisognerebbe trarne piacere, divertimento.
La lettura è una cosa personale, che si plasma sulla nostra personalità e sui nostri bisogni.
Tutti abbiamo la possibilità di avvicinarci a questo mondo, non importa se quando leggiamo le parole danzano sulla pagina o se l’unica cosa a cui riusciamo a pensare è tutto ciò che dovremmo fare. La lettura è forse la cosa più preziosa che possa esistere e va curata, coltivata e soprattutto amata.
E forse sì, andare in palestra 2 ore al giorno ci sembra più importante di passare 2 ore a leggere. Ma curare il nostro io vuol dire anche coltivare la nostra sete di conoscenza, nata insieme a noi.
Qui di seguito, alcuni titoli per approcciarsi al mondo della lettura:
● Carmilla di Joseph Sheridan Le Fanu.
Ci troviamo davanti un libro appartenente alla categorie dei classici gotici. Una storia breve, che supera di poco il centinaio di pagine e narra le vicende di Laura e della sua nuova “amica” Carmilla. Un paesaggio inquietante che mette le basi a una tra le prime opere che narra di vampiri.
● Anime scalze di Fabio Geda.
● Norwegian wood di Murakami.
Una lettura più pesante, non solo per la lunghezza ma anche per le tematiche trattate. Ci troviamo a leggere quella che è la vita del giovane adulto Toru, continuamente assalito dai dubbi ma guidato da un ostinato senso della morale. Un libro che parla di amore, di dolore e di morte.
● Le non cose: come abbiamo smesso di vivere il reale di Byung-chul Han.
Inutile dirlo, ogni giorno veniamo investiti da migliaia di informazioni, di dati e delle cosiddette non-cose. Byung-chul Han, critico della contemporaneità, ci offre una riflessione sulla comunicazione, la rete e il futuro che stiamo costruendo.
● La strada di Cormac McCarthy.
Un mondo distopico, distrutto dalla mano umana. Un padre e un figlio che lottano per la sopravvivenza e per un futuro migliore. Un inverno rigido che pare non terminare e inquietanti personaggi che mostrano il lato peggiore dell’uomo. Un libro breve carico di suspense, che tratta di tematiche simili alla serie di successo tratta dall'omonimo videogioco ‘The Last of Us’.